sabato 20 Aprile 2024

[Lucca Games 2006] I Diari di Hasimir – Third Look – Reign of the CITADEL

Anche la giornata di Venerdý, nonostante si preannunciasse come la pi¨ morta di tutte, ha visto una notevole affluenza di pubblico sia all’area Games che Comics.
Concerti, espositori, tornei di carte e videogiochi e giochi da tavolo, dimostrazioni, la presentazione di alcuni prodotti attesissimi ma un p? ritardatari (in particolare Anima e NWN2)…e la Citadel.

Oggi mi vorrei soffermare a valutare quella che poteva rivelarsi come un’idea geniale ma che, forse, da quello che ho potuto vedere nei tre giorni passati, Þ stata un p? un flop.
Innanzitutto…cos’Þ la Citadel?
La Citadel Þ un padiglione indipendente all’interno dell’area Games realizzato per raccogliere, in un unico luogo appositamente attrezzato, tutto ci? che Þ relativo al gioco Live.
Grazie al generoso finanziamento da parte di Blues Brothers/Salvamondi Þ stata offerta la possibilitÓ, alle associazioni che organizzano eventi live e producono armi e costumi, di avere gratuitamente uno stand all’interno di questa “Cittadella”.
FANTASTICO!
Purtroppo non tutte le buone idee vengono realizzate nel modo appropriato… vediamo perchÞ.


La Citadel Þ un padiglione a parte rispetto a quello che ingloba il resto dell’area Games, completamente arredato in foggia medievale, con una sala del trono, una fantastica arena/gabbia centrale in cui svolgere veri combattimenti e persino una Taverna vera che offre cibo tipico dell’epoca (o se non altro ottimo cibo in foggia medievaleggiante).


Nel complesso la struttura Þ molto accattivante e ben pensata, ma allora il problema, qual’Þ?
Sostanzialmente l’organizzazione dei singoli stand associativi non Þ stata lasciata in mano ai proprietari degli stessi, ma Þ stata concertata dall’alto per assumere una forma un p? discutibile.
In pratica a nessuna delle associazioni Þ stato permesso di esporre/vendere i propri “prodotti tipici” in favore di un unico grande banco.
Questo ha radicalmente alzato lo standard qualitativo medio delle armi, armature e costumi esposti, sia dal punto di vista estetico che della sicurezza dato che, essendo la fonte unica, si Þ potuto verificare che tutto fosse a regola e di buona qualitÓ.
Peccato che questa “media” sia calcolata, appunto, in riferimento ad un unico soggetto.
Nelle scorse edizioni infatti ognuna delle piccole realtÓ presenti alla fiera rappresentava un piccolo mondo incantato tutto da scoprire, ognuna presentava prodotti tipici che nessun’altro aveva: c’era chi aveva belle maschere, chi aveva pugnali degni di plauso, chi invece era “specialista” in bracciali d’arme, etc.
La qualitÓ non era sempre eccelsa, ma bene o male era tutto sicuro e ben realizzato grazie al forte spirito competitivo con le altre associazioni e per fare bella figura alla fiera.
Inoltre la “rivalitÓ” (sempre amichevole) fra i diversi gruppi si concretizzava in una serie innumerevole di tornei, sfide, eventi e persino piccole “guerre”. L’ambiente era vitale, attivo e multicolore.


Questo alla Citadel manca disperatamente, e si sente.
Gli stand (quasi vuoti) ospitano unicamente una piccolissima troupe di rappresentanza di ogni associazione che, sfoggiando nella maniera migliore possibile i propri volantini e simboli, attende placida il passaggio del pubblico.
Si perchÞ l’area Live di questo piccolo borgo medievale si concretizza sostanzialmente in un “corridoio da esposizione” posto attorno all’arena centrale in cui tutti i gruppi siedono (letteralmente) uno di fianco all’altro, senza nulla fare, fino a quando non si giunge al grande stand-armeria.
Anche le attivitÓ sono in un certo modo inibite; laddove nessuno abbia posto alcun paletto reale si Þ per? creata una strozzatura burocratia proprio a causa del numero di eventi che aspirano ad utilizzare l’Arena, e che ovviamente devono mettersi in fila ed attendere, uno alla volta, il proprio turno.


E’ prova di tutto questo il fatto che, nei tre giorni passati, giorni inaspettatamente molto frequentati ed attivi, la Citadel abbia riscosso successo principalmente per l’appeal generato dall’ottima Taverna, mentre la parte Live Þ stata pi¨ che altro un “interessante corridoio di passaggio” prima di tornare al calore e clamore del resto della fiera.
Questo viene fastidiosamente messo in evidenza quando ci si accorge che all’interno della fiera ci sono altre associazioni Live che, preferendo restare indipendenti, hanno normalmente acquistato il proprio stand.
Tali gruppi sono stati collocati dai gestori della fiera tutti assieme ed in una posizione proprio di fronte al padiglione Citadel, e volenti o nolenti si Þ creata una sorta di Anti-Citadel, che moltiplica i giÓ citati dubbi sulla gestione della cittadella.
Non che questa sia un’iniziativa volontaria!
Semplicemente questo blocco di stand gode di un maggiore afflusso di pubblico occasionale che, vagando per il padiglione Games, inevitabilmente passa davanti a questi variopinti banchi di armi ed armature.
La stessa collocazione fa sý che chiunque voglia raggiungere la Citadel si trovi a passare davanti a questi gruppi “alternativi”, senza contare la curiositÓ generata dalle “attivitÓ” che hanno luogo fra i diversi gruppi (scherzi, agguati, mini-guerre, gare); Un clima molto diverso rispetto alla composta professionalitÓ dei banchi Citadel.
In tal maniera si Þ presto generata nel pubblico la percezione di un “conflitto” (ovviamente inesistente e solo immaginato) fra queste due realtÓ Live presenti alla fiera; ma tanto Þ bastato a generare ogni sorta di gossip fino a giungere a favole paranoiche su complotti e cospirazioni.
Ad esempio alcune voci vorrebbero dipingere gli organizzatori della Citadel come coloro che, esercitando pressioni economiche (appunto il finanziamento della cittadella), avrebbero richiesto ai gestori della fiera di eliminare la categoria di Stand “personali”, cioÞ i pi¨ piccoli ed economici, quelli che negli anni scorsi ospitavano una babele multicolore di piccoli negozi e privati e che in questa edizione sono ampiamente assenti.
Questo perchÞ un tale sottobosco avrebbe costituito, tutto assieme, una non gradita concorrenza.
Basta questo esempio, infamante e del tutto infondato, a dare l’idea di quali leggende metropolitane si vengano a creare inconsapevolmente alle spalle di un evento indubbiamente interessante ma forse mal realizzato.


Ad ogni modo ci sono ancora due giorni da vivere e sono proprio i due pi¨ caldi; speriamo che con essi il progetto Citadel prenda finalmente il volo e ripaghi i generosi organizzatori degli sforzi fatti per realizzarlo, cosý che possa riproporsi, ci auguriamo, anche nei prossimi anni.

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